L’acqua che vi possiamo bere racchiude un insieme di saperi e tecniche che costituiscono una vera e propria “cultura dell’acqua”.
Una cultura che è parte inscindibile della nostra identità: storie, leggende, pratiche e consuetudini che è necessario preservare e trasmettere alle future generazioni, creando consapevolezza sul
vero “valore” dell’acqua, e stimolando comportamenti e attitudini nuovi per uno sviluppo sostenibile integrato.
Con il concetto di “acqua bene comune” s’intende dunque promuovere a ogni livello la dimensione etica su cui è incardinato il progetto per il buon uso delle ottime acque erogate dalle nostre fontane pubbliche.
Restauro, ripristino e inaugurazioni pubbliche di fontane storiche, laboratori didattici e progetti scolastici pilota con le scuole per l’analisi delle acque erogate sono i cardini di questo progetto volto essenzialmente a comunicare una nuova “Civiltà dell’Acqua”.
Acqua come bene comune è oggi divenuto uno slogan talora abusato, visto che ne fanno uso persino alcune aziende imbottigliatrici che operano unicamente a fini di lucro e senza un reale programma di “restituzione” ambientale e sociale.
Il presente progetto, al contrario, promuovendo nuove pratiche per il “bene comune” mira essenzialmente ad alimentare una visione etica volta ad “arricchire quello sguardo interiore con cui sapremo davvero riassumere l’acqua nel nostro universo quotidiano” (Renzo Franzin, 2005).